mercoledì 28 marzo 2012

Visita al Museo di Antropologia criminale Lombroso


Il Museo di Antropologia criminale fondato da Cesare Lombroso, nel 1876 ha sede in Via Pietro Giuria 15 a Torino, collocato in prossimità del Museo della Frutta, del Museo di Scienza Naturali e della Facoltà di Fisica.
Prima di iniziare la visita, le aspettative riguardanti il museo non erano affatto eccelse, forse per la preoccupazione di affrontare un tema così impegnativo in uno spazio che credevo ridotto, ma già mi sono felicemente ricreduto. Caratteristico il fascino del palazzo che ospita il museo, per accedervi bisogna salire fino al piano nobile e questo aspetto a mio parere, non fa che aumentare la curiosità nel visitatore. Il costo del biglietto è di soli tre euro .
Il Museo è suddiviso in nove aree, la prima  chiamata “Motori, farmaci, telefono, lampadina” è preceduta da una zona introduttiva composta da una breve introduzione al museo e da una installazione a sospensione di tessuto su cui sono stampate delle facce di criminali studiati dal Lombroso.
Dopo il panello introduttivo, una voce registrata che mi porta nella prima stanza. Straordinario l'allestimento composto da una struttura in legno con delle sedute che ricorda un'aula di un tribunale dell'Ottocento. Qui un filmato ci spiega, grazie ad ottimi attori, la situazione sociale e criminale dell'epoca. Ottimo il materiale fotografico che viene proiettato  ai lati della televisione e i documenti che incorniciano la stanza che riguardano i dati statistici sui delitti in Italia nell'Ottocento.
La seconda stanza chiamata "Misurare, misurare", contiene un insieme di strumenti scientifici che Cesare Lombroso utilizzava per rivelazioni morfologiche e funzionali, ottimo lo stato di mantenimento degli strumenti e la tipologia d'illuminazione teatrale con tanto di contributo audio.
Da qui ci si addentra nel museo vero e proprio. Si accede alla terza stanza chiamata "Il mio museo". L'allestimento rievoca una sala di un museo storico. Sensazionale lo scheletro presente nella prima vetrinetta posta all'ingresso, perché è lo scheletro dello scienziato Cesare Lombroso, affiancato da una rassegna di oggetti rappresentativi delle diverse collezioni presenti nel museo. Al centro della sala troviamo armi dell'epoca, corpi del reato, reperti umani, manufatti carcerari e manicomiali e maschere mortuarie.
La stanza successiva si chiama "1870: la rivelazione". Vi sono scheletri  di animali e umani di criminali. Qui viene spiegata la teoria dell'atavismo, sviluppata da Lombroso tramite ducumenti a parete e nelle teche.
Nelle successive due stanze, "Arte, genio, follia" e "Menti criminali", vi sono opere artistiche realizzate da persone affette da disturbi mentali, manufatti dei carcerati, e una anfore decorate dai carcerati con scene che rievocano le disavventure dei loro "autori".
Proseguendo troviamo miniature e un gigante plastico di un carcere dell'Ottocento di Philadelphia. Particolareggiati i dettagli dei quattro modelli di celle dell'epoca, che stupiscono per le loro dimensioni e la storia raccontata in un piccolo pannello.
Arriviamo a "Il privato di Cesare Lombroso". Finalmente si entra un po' di più nel personale di Cesare Lombroso. La una voce di Lombroso traccia un bilancio della propria esperienza scientifica di fronte ad un geniale allestimento, una ricostruzione dell'ufficio in perfetto stile belle epoque, pieno di particolari, con gli oggetti originali dell scienziato.
Arriviamo all'ultima stanza chiamata "Un secolo dopo", un corridoio  di uscita  che riassume alcune delle questioni toccate da Lombroso, mettendo in evidenza gli sviluppi in campo scientifico e criminologico. Dietro ad un pannello descrittivo notiamo delle travi... che sono la celebre "Forca piemontese", un oggetto che storici e criminologi del Piemonte conoscono bene.

Casualmente mi è capitato di chiedere una semplice informazione ad un addetto alla sorveglianza, che con mio stupore ha saputo rispondere e mi ha dato una dettagliata spiegazione di alcune curiosità presenti all'interno del museo, questo ha scaturito un susseguirsi di richieste che ha saputo soddisfare.

Il museo è da visitare assolutamente per ogni appassionato di crimini e misfatti del passato. Riscoprire il padre della criminologia è un obbligo e il museo nel suo piccolo rende orgogliosamente giustizia al Lombroso.

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